Sehnsucht dell’armadio

Avete presente quella sensazione di quando aprite l’armadio e nonostante strabordi, ve ne uscite con la massima di tutte le massime femminili:“Non ho niente da mettermi!”?
Ecco, questo io lo chiamo clinicamente “Sehnsucht dell’armadio“, il desiderio costante di ricercare un capo che ancora non abbiamo, ma che francamente nemmeno noi sappiamo di cosa si tratti finchè non lo vedremo online o in vetrina, e allora strepiteremo:“Eccolo!”.
Proprio quello che ci serviva, lo scrigno del tesoro, il capo del desiderio che ci acquieterà l’anima e ci farà sentire complete!…per una settimana circa, per poi ricominciare al primo evento coi sintomi d’irrequietezza e ricadere nel diabolico vortice mentale sopracitato.
Cura: non pervenuta.

Moda = Arte.

Ho un concetto molto ampio di “arte“, intesa come espressione del mondo interiore dell’artista, una finestra aperta sulla sua anima.
Per me anche la moda è arte, un’esperienza sensoriale a 360 gradi al fine di legare la persona a livello psicologico.
Come l’arte così la moda: si crea, s’impressiona e si emoziona.
Ed alla fine noi riusciamo al contempo ad essere l’opera d’arte e l’artista, siamo la tela ed il pennello intinto in una corolla infinita di possibilità di essere noi!
In più, io dico sempre che saper abbinare due capi da 1000 euro è troppo banale e semplice, quando riesci a far sposare un capo da 1000 euro con uno da 5, allora sì che quella è autentica arte!

A volte ritornano…

Forse non avevo ancora sorseggiato il mio caffè mattiniero quando lessi della notizia, per cui il tutto risultò ancora più traumatico: jeans a vita bassa…il ritorno!
E nella mia testa furono subito gli anni 2000 con Paris Hilton, Britney Spears e compagnia bella reginette di eleganza (?), iconiche nel trash e squilibrio.
Fra i ricordi di Mtv e “Cioè” come unica Bibbia, si fa largo fra le nebbie del tempo una generazione di adolescenti ancheggiante con quei jeans scomodi da morire, il rotolino sempre in agguato e puntualmente il salvadanaio a vista (you know what I mean).
Anna Oxa a Sanremo osa rivelare il perizoma ai fianchi e noi a seguirla lontane dagli occhi morigerati dei genitori quando ci si spostava in branco, coi maschi ovviamente qualche passo più indietro per avere una tattica visuale delle nostre tonde grazie.
Sono davvero pronta a tutto questo?…di nuovo?!
Un paio di jeans o due li acquisterò rispettando il mio corpo adulto (aborro la volgarità), ma con un passaggio dalla taglia 48 alla 42 la voglia di mostrare un minimo i risultati degli allenamenti c’è, non voglio essere ipocrita, suvvia!
Nella mia wishlist un modello aderente con zampa accennata e un baggy jeans, di cui sono grande estimatrice, per il tempo libero!
Cm di pelle scoperta consentiti: 1-2.
E piuttosto che mostrare il perizoma, andrò in giro senza mutande!

Allenamento intensivo Abs mode on!

Ossimoro vivente.

Dico sempre di aver sbagliato epoca, io dovevo essere assegnata all’età vittoriana, per cui provo talmente tanta fascinazione da averne assimilato alcuni modi di fare, vestire e parlare.
Mi sono sempre figurata come una donna benestante e dalla mente scomoda per la società dell’epoca.
Avrei ospitato nel mio salotto letterario la borghesia con le proprie idee clandestine ergendomi da mecenate ed eroina del libero pensiero.

Mi stupisco a volte di come i miei contrasti riescano a fondersi mirabilmente in me, l’equilibrio da ossimoro vivente tra retro-alternativa-fashionista-campagnola-voguette-topina di biblioteca-fit girl zen è il tratto che contraddistingue la mia unicità.

Siamo tutti, a nostro modo, FA-VO-LO-SI 💕

La vera alternativa.

Tre anni fa aprii il mio armadio e nonostante il tripudio di capi total black con pizzo, balze, velluto e corsetti, lo trovai estremamente noioso.
Scattò qualcosa in me e diventai come sempre tempesta, attuando l’ennesimo cambiamento repentino che contraddistingue questa style explorer dai tempi delle medie.
La chiamo “evoluzione” perchè sento di essere una vera alternativa senza limiti se non la mia creativitivà.
Il nostro stile è una piccola forma d’arte, una finestra sul nostro mondo interiore e noi siamo al contempo la tela e l’artista.

Frivolezze da donnicciole.

Un giovedì in Zona Gialla.
Fuga al sushi con Sofia per un breve ritorno alla normalità macchiata dal malumore generale e da un ritardo di un’ora e mezza sull’ordinazione (parbleu!).
Ne segue un fiume di coscienza di frivolezze da donnicciole trentenni: uomini, casa, lavoro, sesso, moda ed ancora sesso.
“Visto che ti piace scrivere…perchè non apri un blog?”, Sofia se ne esce con questa chicca inaspettata quanto il ritorno dei jeans a vita bassa.
“Non saprei nemmeno da dove cominciare”, arriccio il naso da antisocial.
“Potresti scrivere di tutto!Dal tuo cambiamento, moda, stay positive, amore…”.
“Una cosa alla Sex and the city!”, sorrido citando la mia serie favorita.
“Perchè no?!”.
“Perchè no…”.